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Quando la vita è l’unico motore

Chi vive in città giunge spesso a una conclusione: essere liberi non significa avere un'auto bensì il contrario. I primi grandi precursori dello stile di vita senza quattro ruote abitano in una zona residenziale a ovest di Berna. Scopriamo chi sono, come hanno riconcepito la loro quotidianità e perché il loro esempio potrebbe fare scuola.

Gli unici borbottii che la mattina riecheggiano in questa zona sono quelli delle caffettiere. E gli unici rumori provengono dalle camerette dei bambini che non vogliono alzarsi. Di motore, invece, non se ne sente neanche uno. Sì, perchè gli abitanti del complesso di Berna-Bümpliz si sono impegnati per contratto a rinunciare alle loro auto. Sita nelle immediate vicinanze della stazione Bern Bümpliz Süd e servita dalle linee 1 e 2 della rete celere BLS, la zona residenziale Burgunder è considerata la prima in Svizzera ad aver bandito le quattro ruote. Da otto anni è abitata da famiglie e single, giovani e anziani, tutti accomunati dalla convinzione che la qualità di vita non dipende dai veicoli a motore.

Circa 20 zone residenziali e zero auto

Oggi i pionieri di Berna sono in buona compagnia. Secondo l’ATA, infatti, la Svizzera conta all’incirca 20 zone residenziali senza auto. E il trend sembra dilagare. Molti dei nuovi centri hanno mutuato le esperienze maturate dai progettisti edili di Bümpliz, il modo di interagire con le autorità e un regolamento dei parcheggi elastico che consente di vivere senza quattro ruote. Ma affinché iniziative del genere riescano, non basta liberarsi dei vincoli legali. Occorrono anche persone pronte a battere nuove strade. Come è cambiata la vita dei pionieri di Berna da quando non hanno più l’auto? Scopritelo qui e online!

Opinioni sul centro residenziale Burgunder

«All’inizio dei lavori non eravamo sicuri che qualcuno si sarebbe interessato per questo stile di vita – ma la nostra audacia è stata ripagata subito.»
Günther Ketterer, committente e presidente del CdA di npg AG

«I trasporti pubblici che servono la zona sono un sogno se confrontati con la vita che facevo una volta in Germania.»
Werner Schlüter, 68, inquilino e pensionato. Fa parte del gruppo che cura i meli e i prugni del centro.

«I bambini possono giocare all’aperto in piena libertà – e noi non dobbiamo preoccuparci che possa succedere qualcosa.»
Katja Roth, direttrice del centro di custodia diurna per bambini del Burgunder

«Costruire zone residenziali senza auto ci offre più opportunità – più natura e più luoghi di incon-tro.»
David Bosshard, architetto paesaggista responsabile del progetto Burgunder

«La nascita del Burgunder a Berna-Bümpliz ha messo le ali al movimento, tanto che è sempre più difficile avere una visione complessiva del fenomeno.»
Samuel Bernhard, Associazione traffico e ambiente (ATA)

Katharina Gallizzi, 42 anni, inquilina, madre e consigliera comunale:
ecco cosa apprezza di più della zona residenziale senza auto.

«Ce ne andremo di qui solo quando sarà ora di trasferirci in una casa per anziani»

Katharina Gallizzi è un’inquilina della prima ora: lei e suo marito si sono trasferiti in un appartamento del Burgunder ben otto anni fa e hanno rinunciato al loro veicolo di proprietà. Oggi hanno due bambini. La consigliera comunale dell’Alleanza verde racconta perché, pur avendo dei figli, non sente più il bisogno di avere un’auto.

Signora Gallizzi, non è faticoso avere dei bambini piccoli e vivere senza auto?

No, assolutamente no. Non mi viene in mente neanche una situazione in cui ne avrei avuto urgentemente bisogno – nemmeno quando uno dei bambini è dovuto andare al pronto soccorso. Ce lo abbiamo portato con il rimorchio per la bici e probabilmente siamo arrivati in ospedale più velocemente che con l’auto.

Con quali mezzi di trasporto si muove?

Con tutti, tranne che con i veicoli a motore di proprietà – quindi a piedi, in bici e con il trasporto pubblico. Tre volte alla settimana faccio la spola tra casa e Neuchâtel: sono collaboratrice scientifica dell’Ufficio federale di statistica. In treno possono lavorare, cosa che non potrei fare in auto. Ad esempio, mi preparo regolarmente alle sedute del consiglio comunale. Tra parentesi, ho un abbonamento di Mobilcity ma finora l’ho utilizzato solo una volta. Mi sta a cuore l’idea della cooperativa e ci tengo a poterla sostenere.

Quali altri vantaggi offre il trasporto pubblico?

Ovviamente quello più importante: il pensiero ecologico. E poi la grande praticità per la famiglia. Quando ci spostiamo sfruttiamo il tempo per giocare, disegnare e raccontare storie. Il trasporto pubblico può rendere più briose l’interazione e la vita di famiglia.

Quali altri aspetti apprezza della vita in un centro residenziale senza auto?

Nel Burgunder abbiamo tanti vicini che la pensano come noi e che apprezzano la sostenibilità. Inoltre, gli abitanti sono interessati a uno scambio più intenso, che curiamo, tra l’altro, nei nostri gruppi di lavoro. Io, ad esempio, mi occupo della sala di ricreazione, che utilizziamo periodicamente per i nostri incontri, le cene di gruppo e la festa annuale del centro residenziale. Per me, la coesione tra gli abitanti è uno degli aspetti più belli del Burgunder. Mio marito e io l’abbiamo già detto, seppur in tono semiserio: ce ne andremo di qui solo quando sarà ora di trasferirci in una casa per anziani.

Tre esperienze in tre punti:

Il trasporto pubblico, una tradizione di famiglia

La mia famiglia ha sempre utilizzato il trasporto pubblico. Per noi, la licenza di condurre non è mai stata fondamentale. In una città come Berna, poi, ci si sposta tranquillamente anche senza auto. E se una volta all’anno mi serve un’auto chiedo aiuto a un mio amico.

Il bello di vivere senza auto

Con il trasporto pubblico, viaggiare si trasforma in un’esperienza. E rinunciando all’auto mi posso permettere cose che mi stanno a cuore, ad esempio mangiare bene, acquistare dei bei mobili o vivere la cultura.

La spontaneità

IAmo starmene seduto in treno e partire così, senza tanti pensieri. Io ho un mio metodo: una volta in stazione, guardo il tabellone elettronico e scelgo il terzo collegamento partendo dall’alto. Così scopro dei luoghi in cui altrimenti non metterei mai piede.
27% Secondo uno studio di EnergiaSvizzera, questa è l’entità dell’élite urbana, la fetta di popolazione che vive senza auto. È un gruppo costituito da giovani lavoratori con un livello di istruzione elevato che vivono in città.
Simon Caderas (28), grafico di Berna, vive senza una licenza di condurre. Il suo legame con il trasporto pubblico è profondo – così profondo che la sera, per sgombrare la mente, si fa cullare dallo scalpiccio cadenzato di un treno che incede solenne.

Una bicicletta fa carriera

Una bicicletta giallo shocking di nome Willy e una giovane donna con un’idea geniale – ecco gli ingredienti di «Willy Müesli» Con questa ricetta Aurélie Bichsel (29) ha creato la start up di cui ha sempre sognato.
Andare in bicicletta, viaggiare e mangiare bene – tutti piaceri di cui Aurélie Bichsel ha dovuto fare a meno nel suo lavoro di architetto. Poi, otto anni fa ha intravisto una soluzione: così la giovane friburghese (ma bernese di elezione) si è licenziata e ha realizzato la sua grande idea. Il suo partner d’affari è Willy, la bicicletta gialla con cui ha esplorato tutta l’Europa per ben cinque mesi. «Un viaggio così lungo va affrontato con un amico», racconta la giovane imprenditrice. E ridendo aggiunge: «Avevo solo la mia bicicletta al seguito e così l’ho battezzata Willy.»

Oggi Willy sfila sotto lo sguardo dei suoi clienti quando Aurélie consegna a suon di pedalate il suo Birchermüesli fresco e fatto in casa. Gli ingredienti e la frutta provengono dal mercato o da contadini della regione; il müesli, invece, lo prepara lei. «Ci tengo a produrre e consegnare in modo di sostenibile qualcosa di sano.» Pur non facendosi pubblicità, la start up è partita bene; le ordinazioni (dalle dieci porzioni in su) sono destinate perlopiù a uffici e aziende. Aurélie Bichsel ha ristretto il raggio d’azione del suo servizio alla città di Berna – e Willy è d’accordo. In fin dei conti, ha già visto mezzo mondo. 

 

Testo: Marc Perler
Immagini: Christine Blaser, Rolf Siegenthaler, Nicole Ferrari

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